L’Unione Economica Euroasiatica (UEE), composta da 5 paesi (Russia, Bielorussia, Kazakistan, Armenia e Kirghizistan), nasce nel 2014 con l’obiettivo di creare uno spazio economico comune per la circolazione di merci, capitali e persone.
Come noto, l’UEE ha adottato una normativa unica in materia di sicurezza e conformità dei prodotti, introducendo alcuni Regolamenti tecnici che definiscono i requisiti che le merci dovranno rispettare per poter essere sdoganate, commercializzate e utilizzate all’interno dell’unione doganale.
I produttori europei di beni industriali e di consumo che vogliono accedere al mercato euroasiatico, dunque, hanno l’obbligo di allinearsi a tali disposizioni, richiedendo, per i prodotti soggetti ai regolamenti tecnici, la conformità EAC e il relativo marchio.
La richiesta per l’attestazione di conformità è presentata da un “applicant”, residente in uno dei Paesi dell’UEE, a un organo certificatore che, a seguito della valutazione di una serie di documenti (inclusa la giustificazione di sicurezza – JoS), certifica la conformità del bene.
A seconda della pericolosità del prodotto, i Regolamenti tecnici prevedono una dichiarazione di conformità EAC e una certificazione di conformità EAC.
La dichiarazione di conformità è attestata dall’organo certificatore sulla base dei materiali e della documentazione fornita dal fabbricante e l’“applicant” si assume la piena responsabilità in caso di non conformità del prodotto.
La certificazione di conformità è rilasciata dall’organo certificatore a seguito di un test di prova sul prodotto e, in caso di non conformità, sono ritenuti responsabili sia l’organo stesso che l’“applicant” che ha presentato la richiesta.
Sia la dichiarazione che la certificazione di conformità EAC possono riguardare una singola consegna oppure avere validità da 1 a 5 anni, ove si tratti di una produzione in serie.
Lo Studio UBFP rimane a disposizione per fornire chiarimenti in merito ai temi qui brevemente trattati.