NewsEmergenza coronavirus: l’Europa interviene per garantire la libera circolazione delle merci

19 Marzo 2020

Con i vertici straordinari del 17 marzo, tra i capi di stato e di governo, e del 18 marzo, tra i ministri dei trasporti dell’Unione europea, è stata concordata, fra i Paesi membri, la libera circolazione delle merci ma non delle persone.

E’ stato deciso, infatti, che l’Europa venga messa in isolamento per 30 giorni: da mezzogiorno di ieri, 18 marzo, lo spazio di Schengen (vale a dire i paesi dell’Unione europea, tranne Irlanda, Romania, Bulgaria e Croazia, con l’integrazione di Svizzera, Norvegia, Liechtenstein e Islanda) ha chiuso le sue frontiere esterne verso i cittadini stranieri, ad eccezione di scienziati che forniscano un contributo al contenimento della pandemia, diplomatici e militari.

Per quanto riguarda le merci, l’impegno dei governi rimane quello di mantenere la libera circolazione delle stesse all’interno dei paesi Ue, così da garantire l’attività del mercato unico.

Il monito rivolto agli Stati è che i controlli alle frontiere non siano causa di interruzioni alle catene di produzione, ai servizi essenziali di interesse generale e per le economie nazionali e l’economia Ue nel suo insieme.

Il suggerimento della Commissione è di predisporre, in frontiera, corsie preferenziali per il trasporto merci (in particolare medicinali, equipaggiamento medico, cibo, bestiame e beni essenziali).

Nella speranza che quanto pattuito sia rispettato, aumenta la lista dei Paesi che hanno notificato alla Commissione europea l’intenzione di reintrodurre controlli alle frontiere. Da qui l’inevitabile rallentamento dei traffici e la congestione generale del sistema di trasporto su gomma rilevato negli ultimi giorni.

In particolare, le situazioni più gravi hanno interessato:

  • Austria: i controlli straordinari eseguiti nelle giornate dell’11 e 12 marzo hanno causato il blocco del traffico pesante, con code fino a 100 km sull’autostrada del Brennero. Attualmente, anche grazie all’intervento del Ministro dei trasporti italiano, la situazione si è stabilizzata e nessuna particolare misura e/o restrizione è prevista per il traffico merci su rotaia e su strada, se non il controllo della temperatura corporea dei conducenti;
  • Slovenia: dall’11 marzo i punti di accesso dall’Italia sono stati ridotti a sei, previa istituzione di altrettanti punti di controllo (Fusine, Stupizza, Sant’Andrea, Fernetti, Pese, Rabuiese) e chiusura di qualsiasi altro accesso, e il trasporto ferroviario di persone è stato bloccato. Il 13 marzo è stato disposto il divieto di ingresso dei veicoli merci dall’Italia, a eccezione dei carichi destinati in Slovenia e dal 15 marzo i mezzi con destinazione Croazia, Bosnia-Erzegovina e Serbia possono transitare in Slovenia esclusivamente in convogli scortati. Discorso diverso per i trasporti diretti in Romania, Ucraina e Ungheria, per i quali le autorità slovene non sono riuscite a concordare il transito;
  • Bulgaria: le misure adottate sono a tal punto stringenti che gli autisti provenienti dall’Italia sarebbero fermati e messi in quarantena per 14 giorni;
  • Repubblica Ceca: dal 13 marzo gli ingressi da Austria e Germania sono consentiti solo da 11 punti, con controlli alle frontiere che, a oggi, sono causa di rallentamenti dei flussi commerciali dall’Italia;
  • Croazia: imposta la quarantena a persone provenienti da un certo numero di Paesi, tra cui l’Italia, senza distinzioni tra normali viaggiatori e autotrasportatori. Per quanto riguarda i mezzi in transito verso altri Paesi è invece consentito il passaggio, ma è necessario comprovare e certificare la destinazione finale;
  • Romania: l’acceso di cittadini che arrivano in Romania dall’Italia, indipendentemente dal mezzo di trasporto utilizzato, è consentito solo a condizione di quarantena obbligatoria o autoisolamento. Medesimo trattamento sembrerebbe ora esteso anche agli autotrasportatori. Il trasporto di merce superiore 3,5 è esente dalle restrizioni al traffico. Le descritte restrizioni, in vigore dal 9 marzo 2020, sono valide fino al 31 marzo, con possibilità di proroga;
  • Serbia: per quanto riguarda il traffico merci in entrata e in transito sono segnalati forti rallentamenti;
  • Polonia: introdotti controlli sanitari ai valichi di frontiera;
  • Ungheria: il 13 marzo il governo ungherese ha dichiarato lo stato di emergenza, introducendo controlli di frontiera con Slovenia e Austria e controlli più severi anche al confine croato. Per quanto riguarda il traffico merci è previsto che l’autista/autotrasportatore di nazionalità non ungherese proveniente da territori considerati contagiati (come l’Italia) possa entrare e arrivare nel luogo di consegna, dovendo poi osservare un periodo di 14 giorni di quarantena in locale appositamente creato nello stabilimento, oppure nella cabina del camion;
  • Germania: dal 16 marzo le autorità tedesche hanno disposto la chiusura delle frontiere con Francia, Svizzera e Austria. La circolazione delle merci, così come gli spostamenti dei pendolari, sono per ora garantiti;
  • Francia: per il momento i collegamenti stradali e autostradali sono aperti;
  • Svizzera: i provvedimenti adottati riguardano esclusivamente il traffico di persone, senza interessare il traffico di transito e il trasporto merci.

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