La legge di bilancio n. 178 del 30 dicembre 2020 ha abrogato l’imposta regionale sulla benzina per autotrazione (c.d. I.R.B.A.) con effetto dal 1° gennaio 2021.
Come noto, la Commissione Europea ha previsto, ai sensi dell’art. 1 par. 2 della direttiva 2008/118/CE, che gli Stati membri possano applicare, ai prodotti già sottoposti ad accisa, altre imposte indirette purché esse abbiano finalità specifiche e siano conformi alle norme fiscali comunitarie.
Alla luce di detta direttiva, la Commissione ha dichiarato, attraverso la lettera di costituzione in mora e la procedura di infrazione n. 2017/2114, che i due requisiti sopracitati non sarebbero soddisfatti dall’imposta regionale I.R.B.A., in quanto la stessa non presenterebbe finalità specifiche ma unicamente di bilancio, contravvenendo quindi alle norme dell’UE.
Le Autorità italiane hanno aderito ai rilievi formulati nella lettera di costituzione in mora, abrogando con la c.d. “legge di Bilancio 2021” l’imposta regionale sulla benzina per autotrazione.
A tale proposito, la citata norma evidenzia all’art. 1 comma 628 che l’effetto abrogativo sorge “fatti salvi gli effetti delle obbligazioni tributarie già insorte”. La limitazione temporale prevista al suddetto articolo sembrerebbe pertanto implicare un limite alla richiesta di rimborso dell’imposta per il biennio precedente al 2021. La norma in questione, quindi, parrebbe essere configurata in modo da rendere impossibile l’azione di restituzione del pagamento indebito dell’I.R.B.A.
La disposizione in oggetto risulta, tuttavia, essere contraria al principio di effettività sancito dal diritto dell’Unione europea, in base al quale le norme interne non devono rendere impossibile l’esercizio dei diritti riconosciuti dall’ordinamento giuridico comunitario. Per tale motivo le amministrazioni statali dovranno tenere conto dei principi del sistema comunitario, nel valutare la possibilità di concedere il rimborso dell’imposta regionale versata.