Con la Determinazione direttoriale prot. n. 493869 del 23 dicembre 2021, l’Agenzia delle dogane, di concerto con l’Agenzia delle entrate e l’Istituto nazionale di statistica, ha introdotto alcune novità con riferimento alla compilazione degli elenchi riepilogativi Intrastat.
Tra le novità si segnala in particolare che, dal 1° gennaio 2022, è previsto l’obbligo di inserire, nella colonna 15 del Modello Intra 1bis, il Paese di origine non preferenziale delle merci (cd. Made in). Alla luce di tale nuovo incombente, appare evidente come la corretta indicazione di origine dei prodotti non interessi più soltanto i soggetti importatori ed esportatori, ma anche gli operatori che pongono in essere cessioni intra-comunitarie di beni.
Come individuare l’origine non preferenziale dei prodotti ceduti?
In materia di origine non preferenziale, gli operatori devono fare riferimento alla normativa di settore prevista nel Codice Doganale dell’Unione (Reg. (UE) n. 952/2013) e nei regolamenti a corollario dello stesso (Reg. delegato (UE) 2015/2446 e Reg. di esecuzione (UE) 2015/2447): detta normativa, infatti, individua le condizioni in base alle quali è possibile attribuire alla merce un determinato Made in.
Sul punto si segnala che tale disciplina è stata recentemente aggiornata con il Regolamento delegato (Ue) 2021/1934, che ha modificato alcune regole già previste nel Regolamento delegato 2015/2446.
Lo Studio legale UBFP, con un’esperienza consolidata nel campo del diritto doganale e del commercio internazionale, rimane a disposizione dei propri clienti per assisterli in tutte le tematiche connesse all’origine delle merci, sia preferenziale che non preferenziale, svolgendo specifiche analisi per determinare il carattere originario dei beni e supportando gli operatori nella predisposizione di apposite procedure aziendali.
Riferimenti: Agenzia delle dogane, Determinazione direttoriale prot. n. 493869 del 23 dicembre 2021